domenica 31 ottobre 2010
Sweet Halloween to everybody
Ingredient:
• 400g butternut squash, skin on, deseeded and roughly chopped
• 350g light soft brown sugar
• 4 large free-range or organic eggs
sea salt
300g plain flour, unsifted
• 2 heaped teaspoons baking powder
• a handful of walnuts
• 1 teaspoon ground cinnamon
• 175ml extra virgin olive oil
for the frosted cream topping
• zest of 1 clementine
• zest of 1 lemon and juice of ½ a lemon
• 140ml soured cream
• 2 heaped tablespoons icing sugar, sifted
optional: lavender flowers or rose petals
• 1 vanilla pod, split lengthways and seeds scraped out
Preheat the oven to 180°C/350°F/gas 4. Line your muffin tins with paper cases.
Whiz the squash in a food processor until finely chopped. Add the sugar, and crack in the eggs. Add a pinch of salt, the flour, baking powder, walnuts, cinnamon and olive oil and whiz together until well beaten. You may need to pause the machine at some point to scrape the mix down the sides with a rubber spatula. Try not to overdo it with the mixing – you want to just combine everything and no more.
Fill the paper cases with the cake mixture. Bake in the preheated oven for 20 to 25 minutes. Check to see whether they are cooked properly by sticking a wooden skewer or a knife right into one of the cakes – if it comes out clean, they’re done. If it’s a bit sticky, pop them back into the oven for a little longer. Remove from the oven and leave the cakes to cool on a wire rack.
As soon as the muffins are in the oven, make your runny frosted topping. Place most of the clementine zest, all the lemon zest and the lemon juice in a bowl. Add the soured cream, icing sugar and vanilla seeds and mix well. Taste and have a think about it – adjust the amount of lemon juice or icing sugar to balance the sweet and sour. Put into the fridge until your cakes have cooled down, then spoon the topping on to the cakes.
Serve on a lovely plate (or on a cake stand if you’re feeling elegant, or on a rustic slab if you’re more of a hunter-gatherer type!), with the rest of the clementine zest sprinkled over. For an interesting flavour and look, a few dried lavender flowers or rose petals are fantastic.
giovedì 28 ottobre 2010
sabato 23 ottobre 2010
Slipping paths
Giornata decisamente autunnale, con la sua luce fredda e i primi bividi che si infiltrano sotto i giacconi ormai d'obbligo. Domenica pomeriggio, dopo il pranzo in famiglia, rito e obbligo ora che siamo tutte e tre delle universitarie in trasferta, per fare due chiacchiere nel verde, respirare un po' d'aria buona dopo una settimana in mezzo al traffico milanese, ci siamo avventurate nel parco dei lagoni: un po' di fango per terra ma decisamente rigenerante! Ma soprattutto la voglia di stare un po' noi tre, ridere, e allontanarci anche solo per un attimo dai frenetici ritmi delle nostre vite, dimenticare l'ansia da esami e ritrovare un po' di pace anche a costo di sfidare il freddo e il sentiero scivoloso.
A pefect Fall day, with its grey light and shivers coming under the coat. After having lunch with our families, a due now that we are at university out of town, on sunday afternoon we went to Parco dei lagoni, where we could breath some fresh air, as we spent the whole week in Milan. There was a bit of mud but it was definitely reinvigorating! Anyway we wanted to stay all together, far away from our crazy university lives, away from the thought of exams, and eventually find a little bit of calm fighting against the cold and the slipping path.
lunedì 18 ottobre 2010
Pink Power
Una sola immagine, un solo colore per unirci alla Campagna del Nastro Rosa..
E' bello accendere il computer alle 8 del mattino e vedere tutta la rete tinta di questa tonalità delicata e così significativa..
Allora passaparola! Un piccolo gesto che non costa nulla..
Bacione e buon inizio settimana!
sabato 16 ottobre 2010
Una principiante del Clafoutis !
E visto che vagando per i blog di cucina, che mi fanno costantemente venire l’acquolina in bocca nonostante abbia appena finito di pranzare, di abbuffarmi di gelato o sia reduce di una delle luculliane cene della nonna, mi sono imbattuta in migliaia di clafoutis, mi sono incuriosita e ho provato a cimentarmi anche io.. Un dolce strano, zero burro, pochissima farina, quasi solo uova: una specie di frittata dolce =) La ricetta originale, di Cucina Moderna, prevedeva l’uso di albicocche, ma siccome nella cesta della frutta c’era di tutto, tranne ovviamente le albicocche e la mia voglia di andare a far la spesa nella ressa del sabato pomeriggio era pari a quella di prendermi a martellate, ho riparato sulle care vecchie pesche!
Risultato non male.. anche se devo ammettere che questo non è esattamente il mio dessert ideale.. sono più propensa a cioccolato, crostate o mousse.. Vabbè diciamo pure tutti i dolci, in pratica =) In ogni caso ve lo consiglio un po’ caldo, magari accompagnato da una pallina dii gelato alla crema.. che io ovviamente non mi son fatta mancare!!
INGREDIENTI
- 4 pesche mature
- 4 uova
- 3 dl di latte
- 40 g di mandorle
- 2 cucchiai di Cointreau
- 120 g di zucchero di canna
PREPARAZIONE
Lava le pesche e tagliale a barchette. Sguscia le uova in una ciotola , aggiungi 80 g dello zucchero di canna e un pizzico di sale: sbatti con la frusta per ottenere un composto schiumoso. Frulla con lo zucchero restante le mandorle, aggiungile e incorpora la farina setacciata. Diluisci col latte e il Cointreau, continua a mescolare con la frusta. Versa alcuni cucchiai del composto in uno stampo imburrato, disponi a raggera le pesche tagliate e ultima col composta rimasto. Sistema sul ripiano piu basso del forno e cuoci per 45 minuti a 18o°.. Sforna e servi il clafoutis tiepido, cospargendolo di zucchero a velo!
Ditemi voi che ne pensate! Modifiche e suggerimenti visto che è la prima volta che lo faccio?! Di questa versione mi piaceva soprattutto la consistenza e granulosità dello zucchero di canna, oltra al tocco in più del Cointreau =)
lunedì 11 ottobre 2010
Revolutionary jackets
Ci siamo sentite principesse, star Hollywoodiane, ricche ereditiere (scegliete un po’ voi!) almeno per un giorno.. Non è vero che l’abito non fa il monaco.. Vi assicuro che noi, nascondendo i nostri soliti pantaloni, classiche gonnelline e anonimi maglioncini, sotto quelle giacche RIVOLUZIONARIE, siamo decisamente diventate delle persone diverse e forse migliori: i sorrisi sono spuntati, la noia del pomeriggio di studio è svanita in un colpo e l’esaltazione ha preso il sopravvento! In un turbinio di pailletes, applicazioni, pellicce e lustrini ci siamo trasformate: Marta è diventata una donna in carriera con addosso il serioso cappottino nero, una delle peggiori esponenti delle gang newyorkesi con in testa il basco, una raffinata rider con il chiodo arricchito di applicazioni. Io mi sono trasformata in una londinese doc strizzata nel lungo trench verdone, in un’inaspettata vamp con il pellicciotto maculato, in una sosia di Micheal Jackson con la giacca tempestata di pailettes. Abbiamo sognato per un giorno, credendo di essere a New York, o a Londra.. Illusione perfetta, grazie al grunge e modernissimo negozio Caron, che con quei mattoncini un po’ così, con quegli scaffali in ferro, ci ha riportate all’atmosfera del Village e del’East End.
We felt like princesses, Hollywod stars or rich heiresses (you can choose!!) just for one day.. Hiding our common pants, skirts and sweaters under precious and REVOLUTIONARY jackets, we turned into completely new girls: we began to smile, to forget about the boring afternoon of hard study and we definetely got exalted! In a vortex of pailettes, application, sequins and furs, Marta turned into a great business woman with that elegant black coat, into a bad girl from a gang of New York with the blac cap on her head and into a fashionable rider wearing the leather jacket enriched with pailettes. I became a classical London girl with that long trench, an unexpected vamp wearing that spotted fur and I finally turned into a Micheal Jackson’s sosia with the shining grey jacket. We dreamt of being in New York or London.. a perfect illusion thanks to the modern and grunge-style shop Caron, that, with those bricks and iron shelves reminded us of the typical atmosphere of the Village and East End.
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